TESTI ANTICHI
Alcuni scritti poco conosciuti,
che trattano questioni navali o marittime
secondo gli usi degli antichi Romani.
GLI "ITINERARI" ROMANI
- Nell'impero romano, a fianco delle molte opere geografiche, per lo più destinate agli studiosi, vi erano delle semplicissime guide di uso comune, chiamate itinerari, che descrivevano dei percorsi terrestri o marittimi mediante la mera elencazione delle località intermedie fra il punto di partenza e quello di arrivo, oltre alle distanze fra ciascuna località e la successiva. L'itinerario più ampio, fra quelli che ci sono pervenuti, è un un testo anonimo dell'inizio del III sec. d.C., chiamato Itinerarium Antonini Augusti poiché dedicato a tale imperatore (la denominazione Antonino venne utilizzata soprattutto da Caracalla).
- ITINERARIVM MARITIMVM, di anonimo.
Si tratta della parte marittima dell' Itinerarium Antonini Augusti. Per ogni navigazione, esso delinea le rotte costiere che venivano consigliate ai comandanti meno esperti, fornendo una meticolosa elencazione di tutti i porti, degli ancoraggi e delle altre possibilità di ridosso esitenti lungo il percorso. Di tali possibilità il comandante doveva tener conto nel pianificare la propria navigazione - prevedendo le soste intermedie più appropriate alle proprie esigenze - o nel decidere di ridossarsi all'avvicinarsi di una tempesta. Potremmo quindi considerare questo genere di documento come l'antenato dei nostri portolani, cioè un testo di riferimento utile per ogni genere di navigazione costiera, da quella delle grandi linee del commercio marittimo (che seguivano sia dei percorsi costieri, sia delle rotte d'altura), al piccolo cabotaggio, ai viaggi per mare, alle attività di pesca ed a quelle da diporto.
Il testo viene riprodotto in versione italiana e latina. Per la relativa proprietà letteraria (copyright), vedere la Nota a fondo pagina.
LA DOTTRINA NAVALE ROMANA
- È noto che fra l'enorme quantità di opere latine andate perdute, vi furono dei pregevoli trattati di arte navale, la cui conoscenza ci avrebbe consentito di meglio comprendere le efficienti ed innovative metodologie istituite dai Romani nel campo della navigazione e del dominio del mare. Ne conosciamo solo qualche titolo, come quelli dei numerosi libri navales di Marco Varrone (tutti perduti) e gli Stratagemmi di Sesto Frontino (pervenuti mancanti della parte navale). Ma ci fu certamente ben altro, dai trattati ad uso della marina mercantile ai regolamenti militari per le flotte imperiali.
Una parziale traccia di tale letteratura ci viene da alcune opere che vennero scritte nel basso impero, ispirandosi ai testi più antichi allora reperibili.
La più nota opera latina di tale periodo è ovviamente quella di Vegezio, piuttosto rozza ed imprecisa nella parte navale, ma comunque interessante poiché riporta diversi dati che sarebbero rimasti altrimenti sconosciuti.
Fra le opere in lingua greca, sono di particolare interesse quelle di due autori bizantini che scrissero in un periodo in cui le forze navali dell'Impero erano ancora regolate da norme sostanzialmente coincidenti con quelle a suo tempo stabilite dai Romani per la loro Marina. Entrambe queste opere, tuttavia, risentono della contingente situazione di degrado, in cui le flotte dell'impero avevano perso gran parte della efficienza ed invincibilità.
Questi tre testi vengono riprodotti in versione italiana corredata di note. Per la relativa proprietà letteraria (copyright), vedere la Nota a fondo pagina.
- PRÆCEPTA BELLI NAVALIS, di Flavio Renato Vegezio, che scrisse verosimilmente nelle prime decadi del V sec. d.C..
Si tratta della parte navale del De re militari, cioè della seconda metà del libro IV dell'opera, a partire dal paragrafo 31.
- STRATEGICON, di Siriano, un autore di cui non si conosce quasi nulla, tanto che i rari bizantinisti che se ne sono occupati lo collocano in epoche sensibilmente diverse: nel V, VI o IX secolo (Prof. Salvatore Cosentino).
Viene qui trascritta la versione italiana dei Capitoli da IV a X, tratta dal volumetto intitolato "Scritto sulla Tattica Navale, di anonimo greco, per la prima volta tradotto e pubblicato dal Cav. Prof. F. Corazzini", pubblicato in soli sessanta esemplari coi tipi di P. Vannini e figlio, Pia Casa del Refugio, Livorno, 1883. Testo recuperato grazie al prezioso ausilio dell'ammiraglio Claudio Mostacci.
- DE NAVALI PRŒLIO, di Leone VI "il Saggio", imperatore d'Oriente sul finire del IX secolo.
Si tratta del capitolo XIX dell'opera Tactica (ovvero De bellico apparatu liber, nella versione latina), conosciuto anche con il nome greco di Peri thalassomachias.
I testi riportati nelle pagine che seguono sono tratti da opere che vengono considerate di dominio pubblico, essendo venuto a decadere il diritto di sfruttamento economico della relativa proprietà intellettuale (copyright).
Per la legislazione italiana, ci si riferisce alla legge 22 aprile 1941, n. 633 "Protezione del diritto d'autore e di altri diritti connessi al suo esercizio", ed in particolare all'articolo 25, in forza del quale "I diritti di utilizzazione economica dell'opera durano tutta la vita dell'autore e sino al termine del cinquantesimo anno solare dopo la sua morte".
Tuttavia, per tutti i testi, tranne quello di Siriano, la proprietà letteraria (copyright) della versione italiana risale a Domenico Carro, che l'ha ceduta alla Rivista Marittima, per la pubblicazione nel libro XI di Classica. Il predetto testo è stato quindi reso disponibile su Internet esclusivamente per la lettura da parte dei visitatori interessati agli argomenti trattati.
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Nei casi in cui si renda necessario un riferimento al predetto testo (per brevi citazioni o per includerne il titolo in qualche bibliografia), si raccomanda di indicarne il titolo, seguito dal nome del curatore, dal nome ed indirizzo di questo sito, e dall'indicazione del mese e dell'anno della consultazione del sito stesso. Per esempio:
- Itinerarium Maritimum, a cura di Domenico Carro, dal sito Internet "Roma Aeterna" (www.romaeterna.org), aprile 2004.