INTERPRETAZIONE DELL'AFFRESCO RINVENUTO AL COLLE OPPIO
Arch. Maurizio Silenzi
L'affresco rappresenta una parte dell'antica Roma, forse la più importante: il porto di Roma realizzato dall'imperatore Claudio (41-54 d.C.).
Una ricerca non sovvenzionata, che ho condotto personalmente per oltre
due anni, con la quale ho potuto ricostruire il progetto originale dell'antico
complesso urbanistico, mi permette oggi di identificare la zona urbana
rappresentata, proprio grazie ad alcuni elementi precisativi emersi durante
i miei studi. Molti elementi di questa ricerca, che potevano essere classificati
fino ad oggi come semplici ipotesi, vengono di fatto confermati proprio
dalla loro presenza nell'immagine dell'affresco.
Si tratta di una zona di Roma del I sec. d.C., anche se dislocata ad una
certa distanza dal centro della città storica (attuale Fiumicino),
che infatti Nerone (54-68 d.C.) aveva progettato di inglobare nelle mura
della città.
Il progettista e realizzatore di questo complesso urbanistico, forse
la più grande opera pubblica della storia, fu l'imperatore Claudio,
quando decise di dotare la città di Roma di un vero porto.
Fino ad allora gli approdi portuali di Roma furono quelli localizzati alla
foce del Tevere: prima quello più arretrato della Ostia di Anco
Marcio e poi, a causa dell'avanzamento della linea di costa, quello della
Ostia già in parte scavata e conosciuta. Ma gli approdi di foce,
a causa delle correnti, delle ristrettezze e delle secche, non erano utilizzabili
durante la cattiva stagione e quindi Claudio chiese ed ottenne dal Senato
il consenso a realizzare un vero porto.
Fino ad oggi gli studiosi erano convinti che Claudio avesse realizzato un opera sciatta e sbagliata, subito interratasi, alla quale Traiano avrebbe posto rimedio, all'inizio del II sec. d.C., realizzando un nuovo e perfetto porto esagonale, che infatti, ancora oggi visibile e pieno d'acqua, viene chiamato Porto di Traiano. In realtà dalle mie ricerche emerge chiaramente non solo l'incredibile complessità e modernità del progetto, ma anche il fatto che il bacino esagonale venne progettato e realizzato contestualmente a tutto il resto dell'impianto portuale e della nuova zona urbana (vedi disegno di ricostruzione schematica).
L'affresco rappresenta quindi la parte meridionale (orientamento per Sud) della zona urbana articolata intorno al porto interno esagonale. Parte della banchina dell'esagono compare infatti nella parte bassa dell'affresco perfettamente allineata in parallelo con le mura della città visibili trasversalmente in alto. Viene anche confermata la mia ipotesi circa il fatto che la darsena (in basso a destra) fosse originariamente separata dal bacino esagonale (in basso a sinistra). Appare evidente, visto che la realizzazione dell'affresco è avvenuta molto prima del governo di Traiano (98-117 d.C.), che il bacino interno esagonale, come da me ipotizzato, venne progettato e realizzato da Claudio.
Nelle mie ricerche, attraverso letture aerofotografiche, evidenziavo
la presenza di un terzo canale, poi modificato successivamente da
Traiano nel suo andamento attuale (canale di Fiumicino). Il canale
inizialmente costeggiava il settore Est delle mura ed è infatti
visibile nella parte in alto a sinistra dell'affresco, attraversato dalla
via, che nelle mie ricerche ho chiamato Claudia seconda, realizzata
per collegare la nuova città con la via Ostiense, prima del
suo ingresso nella città di Ostia. Il ponte che attraversava il
canale tiene rappresentato di squisita fattura architettonica e dotato
di copertura porticata.
La presenza di elementi importanti sull'asse centrale intersecante la banchina
in basso, quali il grande portale visibile sempre in basso a ridosso delle
costruzioni urbane e la porta nelle mura in alto al centro, confermano
le ipotesi con le quali collocavo il Mundus (incrocio del Cardo
e Decumano) proprio al centro dell'affresco ed una strada, convergente
sulla via Severiana prima della Necropoli, in prosecuzione del Cardo.
Il noto quarto canale, che collegava l'impianto portuale (darsena)
con il terzo canale prima citato, che proseguiva costeggiando le
mura meridionali, diversamente da oggi, con un ampia curva, (appena visibile
sull'estremità in alto dell'affresco), è visibile verticalmente
sull'estrema destra del dipinto.
Fin dal 1500 molti studiosi si sono cimentati nel tentativo di ricostruire la conformazione del porto di Roma e della città di contesto Portus.
Nella assonometria a volo d'uccello realizzata da Stefano Du Pérac nel 1575 (vedi riproduzione) è chiaramente visibile la zona rappresentata dall'affresco (ho perimetrato il bordo visibile del dipinto). Naturalmente lo studioso traccia alcuni elementi della scena secondo le conoscenze di allora (e di oggi), infatti il canale di Fiumicino (in alto nel disegno) viene raffigurato secondo il tracciato ancora attuale come modificato da Traiano e non rappresenta, nell'angolo interno delle mura, in alto a sinistra, il teatro raffigurato invece nell'affresco, di cui era, ed è, ignota la presenza (una veduta analoga è visibile in un affresco realizzato nel XVI sec. da A. Danti nella Galleria delle carte geografiche del Museo Vaticano). Nel 1857 il noto archeologo Rodolfo Lanciani, mentre il Principe Torlonia scavava alla ricerca delle opere d'arte, presenti nella città sepolta dai fanghi dell'impaludamento, e che poi costituirono la famosa e scomparsa collezione, prendeva nota delle strutture murarie che emergevano prima del reinterro e, completando intuitivamente la loro conformazione, redigeva la sua nota planimetria (vedi riproduzione orientata al contrario verso Nord).
Anche in essa manca naturalmente la definizione del terzo canale
e della strada di collegamento con la via Ostiense. Possiamo anche
vedere che, nel punto in cui nell'affresco viene localizzato il teatro,
egli lascia un significativo vuoto (nella planimetria in basso a destra),
forse per mancanza di sondaggi in quel punto.
Ma in questa planimetria viene indicata, proprio a fianco del canale
di servizio (nel cerchio), un edificio che egli classificò come
lo Xenodochio (ospizio per pellegrini poveri) del Sen. Pammacchio.
Oggi siamo sicuri che si tratta in realtà di una Basilica
cristiana, forse la più antica, dedicata ai SS. Pietro e Paolo.
Nella mia ricerca ipotizzo che mentre le merci venivano sbarcate sulle
banchine del porto interno esagonale, per una questione di controllo, i
passeggeri in arrivo a Roma venissero sbarcati proprio sulla banchina fiancheggiante
la Basilica ed a pochi metri dall'inizio della via Portuense. La
Basilica quindi testimonierebbe la memoria storica dello sbarco
in quel punto dei due Apostoli.