Convegno “UNA COLONNA PER NON DIMENTICARE”
Salotto Romano - Roma, Biblioteca Vallicelliana, 9 gennaio 2014

La X Flottiglia MAS
contro l'URSS

Le operazioni navali dei mezzi d’assalto della Marina
ai due fianchi del fronte russo negli anni 1942-43


di DOMENICO CARRO

Non tutti sanno che nella 2a Guerra Mondiale la nostra Marina non è rimasta confinata all'interno del Mediterraneo, ma è stata presente anche molto al di fuori, soprattutto con i sommergibili, che hanno operato nell’Atlantico e navigato in tutti gli oceani del globo. Fra le basi più decentrate utilizzate dalle nostre forze marittime, vi furono Massaua (per le navi coloniali, fino all'occupazione britannica), la Concessione Italiana di Tien-Tsin (difesa dai Fucilieri del San Marco) – oltre a Shanghai (sede del Comando navale per l'Estremo Oriente) e ad altri porti asiatici – e Bordeaux, sede di Betasom (il Comando dei Sommergibili oceanici). A queste, si aggiunsero le basi che si resero necessarie ai due fianchi del fronte russo: nell'Istmo di Carelia e nella penisola di Crimea.

Va ricordato che la guerra contro l'Unione Sovietica venne dichiarata da Germania, Italia e Romania (22 giugno '41), subito seguite da Finlandia, Ungheria e Slovacchia. Le tre direttrici dell'avanzata delle forze dell’Asse verso Est puntavano su Mosca, Leningrado e Stalingrado. Per prima venne raggiunta Leningrado, che fermò l'avanzata germanica e finlandese. Poi i Tedeschi arrivarono alla periferia di Mosca (2 dicembre), ma vennero subito ricacciati indietro a distanza di sicurezza. Nel settore meridionale, in cui vi era anche il C.S.I.R. (Corpo di Spedizione Italiano in Russia, potenziato poi a livello di Armata: l’ARMIR), proseguì di buona lena l'avanzata in Ucraina in direzione di Stalingrado, ma rimase inespugnata la piazzaforte di Sebastopoli in Crimea.

Vennero quindi poste sotto assedio sia Leningrado (dall'8 settembre) che Sebastopoli (dal 30 ottobre ‘41). Questi assedi permanevano tuttavia inefficaci, poiché Leningrado – pur stretta fra i Tedeschi da sud ed i Finlandesi da nord – riusciva a rifornirsi con le navi sul Lago Ladoga, mentre Sebastopoli continuava ad essere regolarmente raggiunta dal traffico navale, protetto dalla flotta sovietica che operava indisturbata nel Mar Nero. La Germania richiese pertanto all'Italia il contributo, in quelle due aree, di mezzi della X Flottiglia MAS (i cui recenti successi, soprattutto ad Alessandria il 19 dicembre ‘41, avevano impressionato Berlino). L'Italia accolse favorevolmente queste prime ed uniche richieste germaniche di aiuto militare, anche quale orgogliosa replica alla freddezza che era stata a suo tempo manifestata dai Tedeschi all'invio del C.S.I.R..
Visto che le partenze dei mezzi avvennero grosso modo nello stesso periodo (aprile-maggio ‘42), conviene parlare prima della missione a nord, poiché questa terminò molto prima dell'altra.

Per l'esigenza sul Lago Ladoga venne costituita la 12ª Squadriglia MAS, che, posta sotto il comando del C.C. Giuseppe Bianchini, includeva 90 uomini e 4 MAS (Motoscafi Armati Siluranti). Per il trasferire i mezzi navali dal Mediterraneo al Mare Baltico si utilizzò il trasporto per via terrestre, utilizzato fin dall'antichità per il naviglio minore, come – ad esempio – si può tuttora vedere da un bassorilievo della Colonna Antonina, davanti a Palazzo Chigi.

Da La Spezia i MAS partirono il 25 maggio ‘42, caricati su grossi camion che raggiunsero Stettino, superando lungo la strada varie difficoltà nel passare nei centri abitati (una squadra di muratori allargò i punti troppo stretti) o sotto i ponti troppo bassi (i MAS venivano messi a terra, spinti su dei rulli oltre l'ostacolo e poi rimessi sui rispettivi camion). Da Stettino il trasferimento proseguì a bordo di un mercantile tedesco fino ad Helsinki; quindi a rimorchio su rotte costiere nel Baltico e poi nel canale e lago Saima; infine sul treno da Punkasalmi a Lahdenpohja, scelta quale base logistica dei MAS. I mezzi furono allora immessi nelle acque del lago e raggiunsero in navigazione Sortanlahti, loro base operativa (20-22 giugno), avendo complessivamente percorso 3105 km in 26 giorni (trasferimento organizzato e diretto dal C.V. Orazio Bernardini).

Le operazioni navali furono subito avviate (25 giugno), nell'ambito del "Distaccamento navale internazionale K", costituito dai 4 MAS italiani, la vetusta MS Sisu finlandese ed alcuni posamine tedeschi. Le prime missioni svolte in quell'inizio di estate (poco favorevole ai MAS per la persistenza del chiarore durante l’intero arco notturno) furono di vigilanza, ricognizione, sbarco informatori, appoggio ad unità finlandesi e germaniche, oltre alla ricerca di un fantomatico sottomarino russo che era stato segnalato.

A partire da metà agosto il Comando interalleato (finlandese) diede agli Italiani maggiori possibilità di attacco del traffico sovietico. I MAS ebbero pertanto varie occasioni di ingaggiare unità nemiche e conseguirono dei successi tali da indurre i Russi a ridurre i movimenti delle proprie navi ed a contenerli su di una rotta più meridionale, fra approdi più sfavorevoli.

Fra fine ottobre ed i primi di novembre i MAS lasciarono il lago (che iniziava a ghiacciare), compiendo un percorso inverso rispetto all'andata, e si trasferirono al quartiere invernale di Reval (a Tallinn, capitale d'Estonia). Durante l'inverno, l'Armata Rossa riuscì ad aprire un corridoio stradale sicuro lungo il lato meridionale del Ladoga, consentendo l'arrivo di rifornimenti alla città per via terrestre e rendendo quindi superflua la ripresa delle operazioni dei MAS. Nella successiva primavera, tenuto conto della mutata situazione bellica, venne deciso di far rientrare la squadriglia in Italia; i MAS furono lasciati agli alleati Finlandesi.

In 4 mesi di attività, i MAS avevano al loro attivo 60 missioni nel lago e 17 scontri navali. Essi avevano affondato 2 navi (1 cannoniera classe Bira e 1 cargo da 1300 t.), danneggiato delle motovedette e un convoglio russo, ridotto i rifornimenti navali nemici, sia pure temporaneamente. Questo risultato parziale, in linea con le finalità dell’assedio, non va sottovalutato: nonostante l'apertura del corridoio terrestre nel gennaio 1943, le gravi privazioni patite a Leningrado in quell’inverno ridussero la città in una situazione di estrema sofferenza (al termine dell’assedio, un anno dopo, la popolazione si era ridotta da 3,2 milioni a 2,5 milioni).

Per l'esigenza nel Mar Nero venne costituita la 4ª Flottiglia MAS, posta sotto il comando del C.F. Francesco Mimbelli ed articolata su tre squadriglie: quella dei MAS (in tutto ne vennero inviati 10, di cui 4 subito e gli altri durante l'estate), quella dei 6 sommergibili tascabili CB e la squadriglia dei mezzi speciali, che includeva 5 motoscafi siluranti e 5 barchini esplosivi.

La X Flottiglia MAS, pur avendo fino allora operato nell'intero Mediterraneo (da Creta a Malta, e da Gibilterra ad Alessandria), non avrebbe potuto passare dall’Egeo al Mar Nero attraverso Dardanelli e Bosforo poiché le convenzioni internazionali non lo consentivano e la Turchia (neutrale) era un guardiano assolutamente intransigente. Fu quindi necessario utilizzare la grande via d'acqua del Danubio, secondo la normale prassi seguita dagli antichi Romani, come vediamo anche sui raffinati bassorilievi della Colonna Traiana.

I MAS partirono infatti da Venezia e, imbarcati sui camion, giunsero a Vienna, ove vennero immessi nel fiume; essi proseguirono navigando sul Danubio – prima a rimorchio fino a Galati, poi autonomamente – ed arrivarono a Costanza (scelta come base logistica) in 12 giorni. Per i sommergibili CB esistevano già dei carri ferroviari preposti al loro trasporto dalla fabbrica (nel Milanese) al mare. Venne pertanto utilizzata la ferrovia, che li trasportò direttamente da La Spezia a Costanza in 7 giorni. Per i mezzi speciali venne invece organizzata un'apposita autocolonna, attrezzata come una base logistica mobile. Questa viaggiò per ferrovia da La Spezia fino a Simferopoli, al centro della Crimea, e proseguì poi per strada fino a Foros (18 giorni di viaggio). Tale località era infatti stata scelta come base operativa dei mezzi speciali, essendo a 30 miglia da Sebastopoli. I MAS ed i sommergibili raggiunsero invece il porto di Yalta, ottimamente posizionato per intercettare il traffico navale russo diretto alla predetta piazzaforte.

La flotta sovietica del Mar Nero era allora alquanto potente: 1 corazzata, 4 incrociatori, 1 conduttore di flottiglia, 10 cacciatorpediniere, 29 sommergibili e molte unità da pattugliamento e da trasporto. Le sue basi erano Sebastopoli (ormai utilizzata solo per brevi soste), Novorossisk, Tuapse, Poti e Batum. I Russi controllavano quindi l'intera costa orientale del Mar Nero ed anche lo Stretto di Kerc, oltre a Sebastopoli e Balaklava.

Il primo mese di attività della Flottiglia (a partire dal 4 giugno ‘42) fu dedicato al blocco ed alla presa di Sebastopoli. I mezzi italiani conseguirono subito molti successi, che indussero i Russi a sospendere ogni traffico navale a sostegno degli assediati. Si giunse quindi alla capitolazione della piazzaforte, il 2 luglio, mentre ogni accesso al mare era bloccato dagli Italiani. Quello stesso giorno il C.C. Salvatore Todaro, comandante dei mezzi speciali, fu il primo a prendere possesso del porto di Balaclava, entrandovi con tutti i suoi motoscafi a bandiere spiegate, mentre le forze romene irrompevano in città da terra. Il numero di missioni eseguite da tutta la flottiglia fino ad allora era già considerevole: 65 dai MAS, 24 dai sommergibili e 56 dai mezzi speciali.

Cadute Sebastopoli e Balaklava, ed essendo nel frattempo stato liberato anche lo Stretto di Kerc, le forze speciali avevano concluso il proprio compito nel Mar Nero. Vennero pertanto spostate, prima a Feodosia e poi a Mariupol. I MAS furono rischierati più a levante, a Feodosia e Iwan Baba, per avvicinarsi alle rotte da proteggere, mentre i sommergibili furono oggetto di rischieramenti diversificati, andando anche a Burgas per controllare l’eventuale traffico navale proveniente dal Bosforo.

Oltre agli attacchi contro il naviglio nemico, il nuovo compito dei MAS fu quello di proteggere i rifornimenti navali germanici che, essendo destinati al fronte terrestre, dirigevano verso nord per entrare nel Mare d'Azov e raggiungere Mariupol e Rostov. In tali azioni i mezzi italiani conseguirono nuovi successi, incluso il siluramento del moderno incrociatore Molotov.

I gravi rovesci subiti dalla forze terrestri dell'Asse fra novembre ‘42 e gennaio ‘43 indussero Supermarina a far rientrare in Italia l'autocolonna con i mezzi speciali, a preannunciare il ritiro dei MAS entro maggio ed a iniziare l'addestramento di equipaggi tedeschi sui MAS a Pola.
L’attività operativa dei MAS in Mar Nero proseguì comunque regolarmente, e si concluse con l'ultima missione effettuata al largo di Yalta il 13 maggio ‘43. Sette giorni dopo, nel corso di una cerimonia ufficiale, tutti i MAS furono ceduti alla Marina tedesca, mentre i nostri equipaggi rientrarono in Italia.
I sommergibili CB, nel frattempo rischierati a Sebastopoli, continuarono ad operare intensamente fino ad agosto del ‘43, effettuando ulteriori 21 missioni in mare. Il 26 agosto, in particolare, uno di essi silurò e affondò un sommergibile russo. A fine mese gli ultimi sommergibili CB vennero ritirati e ricoverati nel porto di Costanza.

In 15 mesi di attività, la Flottiglia MAS nel Mar Nero aveva fornito un contributo determinante alla presa di Sebastopoli e Balaklava, nonché un valido contributo alla sicurezza dei rifornimenti navali diretti al fronte terrestre attraverso il Mare d'Azov. I mezzi italiani avevano affondato 3 navi da trasporto (più una quarta silurata da un MAS e poi finita da un aereo) e 3 sommergibili sovietici; avevano inoltre danneggiato l'incrociatore Molotov, mettendolo fuori gioco per due anni. Nessun mezzo era stato perso durante le azioni in mare, ma tre erano affondati in porto (2 MAS e un CB) a causa del bombardamento aereo sovietico su Yalta.

In conclusione, le operazioni condotte dai mezzi della X Flottiglia MAS ai due fianchi marittimi del fronte russo si sono dimostrate ottimamente organizzate, nonostante le inusuali difficoltà dei trasferimenti e della logistica in bacini di operazione difficilmente raggiungibili, e sono state condotte con ferma determinazione e con la consueta audacia che ha caratterizzato tutte le azioni dei nostri mezzi d'assalto, come si vede sia dai risultati conseguiti, sia dai riconoscimenti ottenuti.

Il Comandante della 4a Flottiglia MAS nel Mar Nero, C.F. Francesco Mimbelli (successivamente decorato MOVM) è stato insignito della Croce con Aquila d'oro tedesca per la partecipazione alla conquista di Sebastopoli, mentre il Comandante della 12a Squadriglia MAS nel Lago Ladoga ha ottenuto la Medaglia di Bronzo al Valor Militare "sul campo", avendo dimostrato “in ogni circostanza sereno ardimento e spirito combattivo”. È stata inoltre assegnata la Medaglia d’Oro al Valor Militare a due Comandanti di MAS nel Mar Nero: S.T.V. Emilio Legnani, che silurò l'incrociatore sovietico Molotov, e S.T.V. Ettore Bisagno (alla memoria), mortalmente ferito in combattimento; altri due Comandanti hanno ricevuto la Medaglia d'Argento al Valor Militare: C.C. Salvatore Todaro (successivamente MOVM), per l'irruzione nel porto di Balaklava con i suoi motoscafi, e S.T.V. Renato Bechi, per l'affondamento di una unità militare sovietica nel Lago Ladoga. Va infine ricordato che le attività dei nostri mezzi d’assalto in Mar Nero, soprattutto per la presa di Sebastopoli, sono citate con ampio risalto nella motivazione della concessione della Medaglia d’Oro al Valor Militare alla X Flottiglia MAS (1940-1943).

Questo è, in sintesi, il contributo fornito dalla nostra Marina alle operazioni sul fronte orientale. Ora, se l’antica colonna romana utilizzata per il Monumento sulla Cassia (la “colonna per non dimenticare”) è intesa a ricordare non solo i caduti ed i dispersi, ma anche i reduci, avendo quindi la funzione di rendere onore a tutti coloro che hanno combattuto sul fronte russo, allora la dobbiamo immaginare come se fosse idealmente ornata anche da due piccoli rostri navali, per le coraggiose ed efficaci missioni della X Flottiglia MAS in Mar Nero e sul Lago Ladoga.

Privacy Policy
ROMA MARITTIMA NAVIGARE NECESSE EST home