I Salone dell’Editoria Archeologica di Roma
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Mare pacato (=pacificato), come mare in bonaccia, ovvero la calma dopo la tempesta.
Una tempesta cronica e permanente; una calma anomala, fino allora sconosciuta, durata oltre quattro secoli e mai più ritrovata.
Non fu il frutto del caso, ma di un complesso di azioni compiute con costanza nonostante l’avvicendamento dei vari imperatori, essendo evidentemente espressione di criteri ben radicati ed univoci, dietro ai quali è riconoscibile una vera e propria strategia.
Con il sotegno determinante del suo amico d'infanzia, consigliere ed ammiraglio Marco Agrippa, Ottaviano riuscì effettivamente ad imprimere una svolta storica alla storia di Roma:
- Tre guerre navali vittoriose (Sicula, Dalmatica, Aziaca)
- Chiusura del tempio di Giano
- Conservazione permanente delle legioni e delle flotte
- Messa a punto della nuova grande strategia di Roma, basata in buona parte sulla tutela della pace sul mare
LA “ GRANDE STRATEGIA ”
Nell' arte militare vi sono due noti - e ben distinti - livelli:
- la tattica, intesa a predisporre e condurre i singoli combattimenti
- e la strategia, che regola il complesso delle operazioni belliche in funzione della vittoria finale.
La “grande strategia” non si limita all'impiego dei mezzi militari, ma costituisce la regia suprema che deve mobilitare, armonizzare ed impiegare in modo coordinato e sinergico tutte le risorse nazionali (politiche, militari, economiche, mediatiche, ecc.) potenzialmente utili per conseguire i risultati voluti.
La finalità dissuasiva (o della "deterrenza", per chi preferisce questo orribile barbarismo) era certamente ben conosciuta e compresa dai Romani:
« Il popolo romano, per il suo prestigio e per le esigenze della sua grandezza, pur non essendovi costretto da alcun imminente pericolo, in ogni tempo mantenne allestita la flotta, onde averla sempre pronta ad ogni necessità.
« Indubbiamente, nessuno osa sfidare o arrecare danno a quel regno o popolo, che sa essere pronto a combattere e risoluto a resistere ed a vendicarsi. » (Veg. IV, 31)
Sistemazione delle due flotte “pretorie”
- Miseno, base navale primaria di Roma
- Ravenna, base navale a Nord-Est
Protezione delle proprietà imperiali sul mare
(Anzio, Astura, Sperlonga, Ponza, Ventotene, Capri)
- Navigazione di Augusto in Campania
- Tiberio a Capri
- Navigazioni di Gaio Caligola
- La nave speciale per Agrippina
Ruolo delle flotte nelle lotte di successione
- Galba, Otone, Vitellio, Vespasiano
- Settimio Severo e Didio Giuliano
Addestramento alla guerra navale
- Esercitazioni in porto
- Esercitazioni in mare
Dimostrazioni navali
- Ponte di navi sul mare (39 d.C.)
- Dissuasione sulla Manica (40 d.C.)
Campagne navali
- Crociera di Messalla (29-27 a.C.)
- Ispezione di Arriano (131 d.C.)
Operazioni belliche
OPERAZIONI BELLICHE NAVALI
16 d.C. azioni di Germanico con la flotta di 1000 navi
43 d.C. sbarco di Claudio in Britannia
47 d.C. successo navale di Corbulone in Germania
61 d.C. presa dell’isola di Mona da Suetonio Paolino
67 d.C. vittoria navale romana sul lago di Tiberiade
70 d.C. vittoria navale su di una flotta germanica
101-106 operazioni navali per le Guerre Daciche
197 d.C. assedio navale di Bisanzio (filo Pescennio Nigro)
207-211 sbarco di Settimio Severo in Britannia
286-293 sedizione di Carausio con la flotta Britannica
296 d.C. vittoria navale di Costanzo Cloro su Alecto
310 d.C. sbarco romano in Africa (contro Alessandro)
324 d.C. battaglia navale dei Dardanelli
LE FLOTTE PER LE CAMPAGNE IN ORIENTE
114-117 flotte di Traiano (guerra Partica)
161-166 flotta di Lucio Vero (guerra Partica)
197-198 flotta di Settimio Severo (guerra Partica)
231-233 flotta di Alessandro Severo (guerra Persiana)
282-283 flotta di Caro (guerra Persiana)
362-363 grande flotta di Giuliano (guerra Persiana)
Stato giuridico del mare
- Dominato da Roma (imperium maris)
- Sottoposto alla legge di Roma
- Posto fra le res communes omnium
Diritti riconosciuti e tutelati
- Libertà di navigazione
- Libertà di accesso alle rive
- Possibilità di edificare sul mare
(ma senza ledere il diritto precedente)
- Libertà di sfruttamento delle risorse marine:
pesca e raccolta di coralli, perle, porpore, conchiglie, ecc.
Tutela della fauna marina
- Operazione di ripopolamento ittico
(Ti. Optato Ponziano con gli scari)
Controllo, repressione e dissuasione contro la pirateria
- 5-6 d.C.: operazioni contro i pirati in varie aree, dalla Sardegna alla Cilicia
- 67 d.C. : intervento a Ioppe (od. Giaffa) contro la pirateria giudaica
Protezione delle linee di comunicazione marittime
- Priorità ai rifornimenti marittimi vitali
- La soluzione atipica per il Mar Rosso e l’Oceano Indiano
Incremento e perfezionamento delle costruzioni navali
Incentivi per gli armatori (annona; navigazione invernale)
Potenziamento delle opere marittime:
- porti (il nuovo Porto di Roma)
- rete dei fari (il faro di Roma)
- delle torri di avvistamento
- canali navigabili
Interventi di soccorso navale:
- soccorso in mare (naufragi, uomo in mare)
- soccorso sulle coste (calamità naturali)
Trasporto
Comunicazioni
Informazioni
Esplorazioni:
- 25-24 a.C.: Mar Rosso
- 23-22 a.C.: Alto Nilo
- 5 d.C.: Mare del Nord
- 52-54 d.C.: Tabrobane
- 66-67 d.C.: sorgenti del Nilo
- 84 d.C.: Orcadi e Tule
- ~ 170 d.C.: Serica
Servizi navali nell'Urbe
Costruzione di opere pubbliche
Giochi nautici:
- Aziadi, Neptunalia
Naumachie:
- 2 a.C.: Naumachia di Augusto
- 52 d.C.: Naumachia di Claudio
- 57-64 d.C.: Naumachie di Nerone
- 80 d.C.: Naumachia di Tito
- 248 d.C.: Naumachia di Filippo
- 272 d.C.: Naumachia di Aureliano
Le naumachie negli affreschi di Pompei
« Va … sottolineato che la grande diffusione delle naumachie, almeno per quanto riguarda il caso di Pompei, coincide con un periodo di pace per l‘Impero, un periodo in cui la flotta non era impegnata in operazioni militari di rilievo.
« La fortuna del tema, dunque, sembrerebbe legata alla consapevolezza dei Romani che la sicurezza dell’impero dipendesse anche dal potere deterrente di una flotta ben allestita e sempre operativa in caso di pericolo. »
Filippo Avilia, Luciana Jacobelli, Le naumachie nelle pitture pompeiane, in “Rivista di Studi Pompeiani” III, 1989, pp. 131-154
Se il dominio del mare ha permesso ai Romani di passare dagli aviti colli bagnati dal Tevere ad un Impero sconfinato, esteso sui tre continenti del mondo antico, la tutela della pace sul mare ha consentito:
- di mantenere questo Impero unito, sicuro e strettamente interconnesso attraverso le acque del Mediterraneo e dell'Oceano,
- di generare quel processo di osmosi culturale che fu alla base della Civiltà romana e della relativa vocazione universalista, tramandata fino a noi.