Tiberio (2)



Martina      

MARTINA IMPERATORI CAESARI AUGUSTO SDP
SVBEEQV

Ave Imperator,
come puoi vedere ho anch'io un prenome latino ..., e credo che sia formidabile perché amo il latino e la storia dell'antica Roma, ed in particolare la tua storia.
La mia domanda è semplicissima: cosa pensi del figlio di tua moglie, Tiberio?
Quali sono i vostri rapporti? So che gli hai preferito tuo nipote, Marco, ed anche l'altro figlio di tua moglie, Druso ...
GRATA TIBI SUM
AVE
martina



Augusto      

L'Imperatore Cesare Augusto a Martina, salve.

Sebbene non lo conoscessi, trovo che il tuo prenome sia effettivamente molto bello; e sono felicissimo della fierezza che ne hai per merito della sua origine romana. Peraltro, alla mia epoca, non poteva essere un prenome, ma forse un vero e proprio nome, di gente o di famiglia. In tal caso, dato che non ne avevo mai sentito parlare, può darsi che i Martini siano giunti a Roma dopo il mio principato.

Su quello che penso di mio figlio Tiberio, mi sono già espresso abbastanza a lungo nella seconda parte della mia precedente lettera (XXXIV).

I miei rapporti con lui sono sempre stati buoni, nonostante il carattere - un po' diffidente ed incline al rancore - che Tiberio aveva fin dall'infanzia. Sapevo bene che il suo atteggiamento non era tanto dovuto alle tradizioni altezzose dei Claudii, quanto piuttosto all'intimo convincimento di essere stato abbandonato dal suo padre naturale, cosa che l'aveva profondamente deluso. Per tale motivo, ho sempre rispettato la sua indipendenza intellettuale, pur assicurandogli la migliore educazione, così come il mio affetto e la mia massima attenzione nei confronti di tutte le sue esigenze, come era giusto fare per il figlio maggiore della mia adorata Livia e per colui di cui ero già il tutore ben prima di diventarne il padre adottivo.

Suo fratello Druso aveva un carattere completamente opposto. Egli era nato dopo il mio matrimonio con Livia, e non avrebbe mai potuto immaginare che il suo posto avrebbe dovuto essere al di fuori della nostra famiglia. Si trovava dunque perfettamente a suo agio nella propria posizione, e sapeva vivere la propria vita mantenendosi sempre spontaneo, aperto e sereno. Ciò gli assicurava i massimi favori della Fortuna: in particolare, il dono di piacere, così come quello di conseguire dei successi in tutto quello che intraprendeva. Questi stessi doni, egli li ha trasmessi al suo figlio maggiore Germanico, che li ha a sua volta trasmessi al proprio figlio Gaio.

Quanto a mio nipote Marco Marcello, era anch'egli il figlio d'un Claudio, ma aveva soprattutto preso da sua madre, la forte e generosa Ottavia, i migliori lati del suo carattere, così come la nobile dolcezza dei suoi tratti. È dunque grazie alle sue qualità ed ai suoi meriti, e non a causa dei demeriti di Tiberio, che ho preferito Marcello ad ogni altro quando ho scelto il primo marito da dare a mia figlia Giulia.

Vale,

IMP. CÆS. AVG.



Martina      

Ave Imperator,
sono sempre io, Martina, ed ho un'altra domanda da porti.
Grazie, innanzi tutto, della tua risposta. Ebbene, so che, quando sono morti tuo nipote ed il tuo amico Agrippa, hai deciso di far sposare tua figlia con Tiberio, e capisco che l'hai fatto perché pensavi ch'egli fosse il miglior partito; ma ho letto che Tiberio non era in buoni rapporti con tua figlia, e che non l'amava, non solo come moglie, ma anche come … sorella, si potrebbe dire, da ragazza.
È vero o falso? E poi, è vero che lui (Tiberio) non aveva dei buoni rapporti con tuo nipote?
Io ho letto molte cose, ma non ho capito l'arcano.
GRATA TIBI SUM.
Martina.



Augusto      

L'Imperatore Cesare Augusto a Martina, salve.

Non c'è alcun mistero da svelare.
Fin dalla sua più tenera infanzia, Tiberio è vissuto nella mia casa, ove sono molto presto sopraggiunti due neonati: suo fratello minore Druso e sua sorellastra Giulia. Questi tre bambini sono cresciuti insieme, ed in compagnia d'un gran numero di cugini e di altri amici fraterni, che erano tutti della stessa generazione e pressappoco della stessa età.
Tale banda includeva, fra gli altri, tutti i figli di mia sorella Ottavia - cioè le due Marcelle e Marco Marcello (che lei aveva avuto da Gaio Marcello), così come le due Antonie (che aveva avuto da Marco Antonio) - oltre alle due Vipsanie, che il mio amico Marco Agrippa aveva avuto da Cecilia Attica.

Durante il mio trionfo per la vittoria navale d'Azio, mi feci accompagnare dai due ragazzi maggiori: Marco Marcello, che montò sul cavallo di destra della mia quadriga, e Tiberio, che montò su quello di sinistra.
Dopo i tre giorni di trionfi, l'ultimo dei quali fu quello sull'Egitto, il gruppo di ragazzi e ragazze che frequentavano regolarmente la mia casa si accrebbe ulteriormente, poiché Ottavia decise di accogliere presso di sé tutti gli altri figli sopravvissuti di Marco Antonio: Iullo Antonio, figlio di Fulvia, più Tolomeo Filadelfo, Cleopatra Selene e Alessandro Elio, figli di Cleopatra.
Era l'anno del mio quinto consolato: Marcello aveva allora 14 anni e Tiberio ne aveva 12. Mia figlia Giulia ne aveva 10, come Antonia maggiore, mentre tutti gli altri erano un po' più grandi (fra 11 e 15 anni), ad eccezione di Antonia minore, che ne aveva 8.

Tutto questo bel gruppo di giovani rimase molto unito durante gli anni seguenti, fino al momento in cui iniziarono i primi loro matrimoni. Molti di questi matrimoni avvennero fra loro stessi, come quelli di Giulia con Marco Marcello, di Tiberio con Vipsania Agrippina, di Druso con Antonia minore, e, più tardi, di Iullo Antonio con Marcella maggiore. Fra gli altri matrimoni più importanti, ricorderai probabilmente quelli di Marcella maggiore con Marco Agrippa, di Antonia maggiore con Lucio Domizio Enobarbo, di Vipsania maggiore con Publio Quintilio Varo, e di Cleopatra Selene con Giuba, re dei Mauri.

Ecco il quadro generale nel quale si collocano l'infanzia, l'adolescenza e la prima giovinezza delle tre persone che nomini nelle tue domande: Giulia, Marco Marcello e Tiberio.
Non è difficile capire quali fossero le relazioni fra di loro. Essi si conoscevano intimamente fin dall'infanzia; sapevano perfettamente quali fossero le loro qualità e i loro difetti, i loro punti di forza e le loro debolezze, le loro ambizioni ed i loro scrupoli. Non avrebbero potuto nulla nascondersi, poiché ciascuno di essi era in condizione di accorgersi immediatamente di qualsiasi piccola noia che avesse colpito uno degli altri due.

Veniamo allora alle tue due domande specifiche, iniziando da quella sulle relazioni fra Tiberio e Marcello. Hai visto che, per il mio trionfo, ho riservato a mio nipote il primo posto al mio fianco, lasciando comunque il secondo posto a Tiberio. Quest'ultimo avrebbe forse potuto, a 12 anni, essere per tale motivo geloso di Marcello, che era di due anni più grande di lui? Anche se ciò mi sembra alquanto improbabile, non potrei escluderlo del tutto; ma se egli avesse realmente avuto tale gelosia, non vi troverei nulla di orribile. E rimarrei della stessa idea anche qualora Tiberio avesse provato quello stesso sentimento durante la sua adolescenza o nella prima giovinezza. Tuttavia, non vi è mai stato, nel comportamento di Tiberio, alcun sintomo di tale presunto malessere, che sarebbe in ogni caso rimasto senza alcuna conseguenza.

Per finire, cos'è avvenuto fra Tiberio e Giulia? Fintanto che sono rimasti presso di me, il loro accordo era totale; o, perlomeno, era mia figlia che, grazie alle sue maniere accattivanti ed alla sua determinazione, riusciva sempre ad ottenere dal suo fratellastro maggiore tutto quello che voleva. Quanto a lui, borbottava ma non le rifiutava nulla. Dopo i loro rispettivi matrimoni, i loro rapporti sono rimasti buoni, ma con una maggiore considerazione reciproca, e forse anche con un po' più d'affetto e di tenerezza. Ciò ha contribuito a convincermi che, dopo la morte prematura del mio amico Marco Agrippa, il miglior marito per Giulia sarebbe stato proprio Tiberio.
D'altronde Giulia si era dimostrata, con Marcello, una moglie innamoratissima del marito. Aveva poi dato prova di una profonda consapevolezza delle sue responsabilità quando le proposi il suo secondo matrimonio, con colui che per lei era sempre stato il fascinoso "zio" Marco Agrippa, poiché aveva il doppio dei suoi anni. Ma Giulia, con lui, fu la più dolce delle spose ed una madre di famiglia particolarmente prolifica, avendo messo al mondo cinque figli nell'arco di otto anni.
Nonostante questi felicissimi precedenti, il suo terzo matrimonio, questa unione che pareva dover essere la più desiderata sia da Giulia che da Tiberio, non ha per niente funzionato. Cosa poté ella vedere di così ripugnante in Tiberio per allontanarsene così presto? Per quale motivo questo matrimonio ha potuto indurre la mia adorata figlia a gettarsi in un altro genere di vita ed a rimanervi ostinatissimamente, pur sapendo che avrebbe così perduto tutti i suoi privilegi e perfino la sua libertà di movimento?
Non ho risposte a queste domande, che mi danno il più gran tormento.
Non mi chiedere più nulla a questo proposito, perché non intendo più tornarci sopra.

Vale,

IMP. CÆS. AVG.


quebec

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